Una breve anticipazione del prossimo articolo

in questo articolo abbiamo descritto alcuni metodi di valutazione dei profili colore e di analisi dei risultati di profilazione delle immagini, usando misure iperspettrali di immagini e delle pagine di profilazione.

L’ultima parte dell’articolo ha introdotto un metodo per valutare la qualità delle stampe riacquisendone l’immagine iperspettrale e confrontandola con le simulazioni fatte. L’argomento sarà sviluppato ulteriormente nel prossimo articolo dove useremo altre immagini di riferimento. Presenteremo quindi altri metodi di analisi di Colibrì per valutare, ad esempio, l’importanza della metameria, già ampiamente trattata in questo e nell’articolo precedente.

Trarremo quindi ulteriori informazioni da quanto osservato analizzando più a fondo i profili P1 e P2, costruiti stampando in giorni diversi la stessa pagina di profilazione.

anticipiamo, per solleticare la curiosità di chi legge, che mostreremo che le differenze fra risultato atteso e produzione sono da imputarsi principalmente alla instabilità del processo usato, oltre che a differenze di metameria dovute agli inchiostri del profilo.

Un test dell’ultima ora:

questa nota è stata aggiunta il 28/06/18

Una ulteriore verifica sui dati utilizzati in questo articolo,  fatta dopo la prima pubblicazione, ha fatto scoprire che le differenze rilevate fra i gamut P1 e P2, che avrebbero dovuto essere identici, non erano dovute a differenze nel processo di stampa e cottura da parte del cliente: erano dovute legate a diverse condizioni erroneamente adottate dall’operatore nella misura delle pagine di profilazione (e dell’immagine stampata acquisita con lo scanner iperspettrale.

Questa scoperta è l’occasione che  ci permetterà di ribadire l’importanza della standardizzazione anche del processo di acquisizione da scanner, un’attenzione che gli utenti del software non considerano importante, ma che è obbligatoria alla buona riuscita del processo di produzione digitale.