Valutazione delle immagini profilate e stampate

Il profilo che abbiamo analizzato è stato costruito utilizzando la stampante Pictocer della Durst; i coloranti utilizzati sono prodotti da Smaltochimica;  Vogliamo ora analizzare i risultati di produzione di alcune immagini ;

Tutti i tre materiali sono stati acquisiti con scanner iperspettrale, profilati una prima volta usando il profilo P1 , quindi riprofilati con il profilo ripetuto P2. Le immagini ottenute sono state quindi riacquisite con lo scanner iperspettrale, per valutarne la differenza colorimetrica rispetto all’atteso; occorre ricordare che tutte le immagini visualizzate sono state visualizzate su un monitor ben profilato, che non è quello in uso di chi sta leggendo; prestare più attenzione alle immagini statistiche elaborate a falsi colori, che rendono conto delle differenze attese/riscontrate

I campioni sono stati acquisiti a 300 dpi e profilati con P1 e P2; occorre tenere presente che il processo di stampa successiva ha prodotto immagini in dithering usando 4 coloranti a 500 dpi: la successiva riacquisizione delle piastrelle prodotte è stata fatta ancora a 300 dpi; in tutti questi passaggi si è avuta una modifica delle immagini, ma non si ritiene tale da pregiudicare l’analisi che è stata fatta.

Cominciamo l’analisi

Marmo_grigio 

Sono qui visualizzate l’immagine originale (marmo_grigio) acquisita da scanner ed una simulata profilandola con il profilo P1 (marmo_smaltochimica_p1).

Cosa è l’immagine simulata?

E’ la predizione dell’immagine spettrale che probabilmente otterremo in produzione: gli spettri di riflettanza simulati ci daranno informazioni anche sull’entità della metameria. Per generare la simulazione premere sull’icona Map to profile

Confrontando l’immagine simulata con l’originale acquisito si possono fare valutazioni a priori (prima di produrre quindi) sulla qualità attesa dei risultati. Nel video che segue sono mostrati tre oggetti: il gamut del profilo P1 usato, il gamut dell’immagine originale ed il gamut dell’immagine simulata.

Come si può osservare, il gamut immagine (verde) viene mappato nel gamut del profilo (punti rossi). Gran parte dell’immagine originale è fuori gamut, i punti in gamut sono mappati mantenendo le coordinate colorimetriche, quelli fuori gamut sono stati approssimati al punto più vicino sulla frontiera (superficie esterna del gamut del profilo). Questo perché abbiamo utilizzato un intento colorimetrico assoluto.

Possiamo fare altre valutazioni delle differenze attese, ad esempio analizzando le mappe e gli istogrammi ΔE , ΔH ecc. Come al solito si usa lo strumento differenza immagini. Osserviamo che fra l’immagine originale e la simulata dovremmo attenderci un ΔE medio di 1.45±0.82 (è riportato l’istogramma delle frequenze attese); l’immagine delle differenze mostra in rosso le parti dell’immagine con  ΔE>3 ed in viola-blue quelli meno diversi (la scala colore usata è sul modello delle scale termiche, ma potete selezionarne altre, ad esempio in tono di grigio o colore);

Il ΔE ci da informazioni sulla differenza fra due immagini, ma è definito dall’effetto combinato di differenze in hue,luminanza e saturazione. Questa immagine in particolare presenterà, secondo la simulazione, una differenza di hue rilevante e limitata variazione di luminanza e saturazione; La conferma arriva anche dall’analisi visuale delle immagini sopra riportate  (con i limiti del monitor non profilato).

 

 

E’ interessante osservare che le variazioni di hue attese sono piuttosto importanti,  media ΔH=30±23; una variazione notevole, dovuta anche al fatto che il profilo è scadente; il video precedente mostra che il gamut del profilo non contiene nemmeno l’asse dei grigi, e questo comporterà che qualunque stampa di immagini con alta componente neutra risulterà probabilmente sporca.

A questo occorre aggiungere che dall’analisi della metameria delle due immagini si ricavano predizioni poco confortanti: Se analizziamo la metameria del campione originale acquisito, possiamo osservare che l’originale, visto sotto illuminanti  D65 ed F4, si ha una differenza di  ΔE atteso abbastanza basso (0.57) ma un ΔH =18.80, e questo comporterà che le immagini probabilmente mostreranno una differenza di tono colore importante;

Acquisizione originale marmo_grigio

Se si effettua il controllo di metameria anche sul campione simulato, si ottengono segnali premonitori di altri possibili problemi.. anche in questo caso si ipotizzano differenze in termini di ΔH =19  gradi, e un  ΔE=0.96.

immagine mappata su P1

Considerando solo il valore di ΔE, potremmo dedurre che le differenze attese non siano alte; occorre però considerare che siamo prossimi all’asse dei grigi (peraltro non in gamut profilo..),  dove a ΔE piccoli possono corrispondere però valori Δh alti.

Un esempio sui dati che stiamo trattando:

ho estratto i Lab  medi delle  due immagini (la simulata e l’originale) e li ho confrontati nella finestra di metameria colore.

Possiamo osservare che i due spettri sono diversi, come ovvio, trattandosi in un caso di un materiale naturale, il marmo, nell’altro di una simulazione del colore ottenuta per dithering con quattro coloranti (i picchi visibili sullo spettro, corrispondono ai colori miscelati. i due colori in finestra sono il primo la media sull’originale, il secondo la media per la stessa area sul simulato, ma visualizzata sotto un illuminante diverso; Io sul mio monitor vedo una certa differenza di hue fra i due colori:  anche se il ΔE = 0.57 sotto illuminante D65 (quindi in limiti considerati accettabili), il ΔH è 18 e un indice di metameria fra i colori di 1.27, informa  che la percezione può essere diversa.

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