Valutiamo l'acquisizione dei materiali

Acquisizione del cemento

L’operatore che ha acquisito il campione ha osservato che l’originale è risultato diverso dall’osservato a monitor, si aspettava più grigio.. analizziamone il perché.

Il file spettrale riprodotto sul mio monitor calibrato è in prima valutazione abbastanza grigio, ma con una componente rosato-giallasta difficile da definire;

Analizzando il gamut dell’immagine, si osserva che effettivamente i suoi colori sono, prevalentemente nella parte più chiara. non neutri, ma con la componente giallastra (possiamo un marrone non saturo?).

Il Lab medio, che rappresenta la media ponderata dei colori nell’immagine, è L=65.7, a=-0.47, b= 6.77, valore riportato anche nella finestra a fianco, contenete la sezione del gamut che sarà usato per la profilazione, e la posizione del punto stesso (quadrato viola). Il fatto stesso che le coordinate Lab calcolate non siano prossime a zero, indica che quello che si pensa di vedere non è un’immagine neutra, probabilmente si tratta di effetto metamerico o di adattamento cromatico (il cervello che interpreta la parte meno satura come un grigio-bianco..). Una conferma a questa ipotesi è data dalla forma dello spettro ponderato medio dell’immagine, che non è piatto (cioè un grigio), ma una curva con punto di massimo intorno a 590 nm.

Ricordiamo che la forma spettrale di un colore è la misura di riflettanza che esprime la percentuale  di  luce riflessa a ciascuna lunghezza d’onda nel dominio del visibile (380..720 nm); non è il colore, cioè è la sensazione che il materiale da in condizioni di illuminazione e visibilità assegnate; in altre parole, per visualizzare un  colore, occorre definire  lo spettro dell’illuminante, quindi calcolare le coordinate del colore visto nelle condizioni di osservazione,

In Colibri è possibile simulare il colore di un materiale acquisito usando diversi illuminanti; In genere si usa l’illuminante D65, accettato in Europa come standard di riferimento, (il D50 in USA). Non è il caso di approfondire qui l’argomento su come si passi dallo spettro alle coordinate colore (richiederebbe spiegazioni non facili e non utili alla discussione);  basta sapere che negli uffici difficilmente si presta attenzione alle luci, e difficilmente sono le D65 o D50; esistono però le camere luce, box, in genere con pareti grigie al 50% con la possibilità di visualizzare i campioni sotto diversi illuminanti.

Colibrì permette comunque la simulazione del campione a video sotto diversi illuminanti, se le immagini sono spettrali; questo permette di valutarne il comportamento metamerico; vediamo cosa succede ad esempio con il cemento in discussione

La finestra, accessibile attraverso l’icona evidenziata,    permette di visualizzare l’immagine sotto diversi illuminanti, valutandone la differenza colorimetrica; il confronto fra l’immagine a sinistra (D65) e quella a destra (illuminante F4, spesso usato negli uffici) mostra una variazione di hue: più gialla la seconda, con ∆E = 1,74 e differenza di hue di oltre 7 gradi: le immagini sono quindi non metameriche, cioè non hanno la stessa apparenza sotto illuminante diverso; Ho provato altri illuminanti, ed è dimostrabile che lo stesso comportamento si ha al loro variare.

Perchè c’è metameria per le immagini acquisite?  Cominciamo col dire che  non è un difetto di acquisizione! La metameria è una caratteristica chimico/fisica del materiale, dipendendo dal suo spettro di riflettanza e dall’illuminante di riferimento (dipende,  anche dal tipo di l’osservatore standard CIE, ma non è il caso di trattarne in questo contesto per non complicarci al vita..). 

Ma la situazione è più complicata.. poiché gli illuminanti sono usati anche nel calcolo dei profili colore, se l’immagine presenta differenze metameriche, anche il processo di profilazione presenterà gli stessi effetti; con una frase non completamente appropriata , potremmo parlare di non metameria del gamut, nel senso che il suo volume viene traslato in funzione dell’illuminante, quindi anche i colori profilati si comporteranno similmente

Peggio ancora! Anche i coloranti usati ed i substrati di stampa possono produrre effetti di metameria:  a fronte di originali acquisiti metamerici, la produzione può presentare non metameria;  potremmo vedere immagini diverse, anche a fronte di un profilo eseguito correttamente, perché  sono non metamerici i coloranti usati! Vedremo quando affronteremo la profilazione che questo è proprio il caso in discussione in questo articolo;

Questo porta a riflettere sul fatto che, quando si scelgono i coloranti da usare in produzione, è necessario valutarne anche la metameria: se i coloranti sono non metamerici (è frequente per il giallo..) la qualità colore delle stampe potrebbe non essere quella ottenuta (in particolare quando si desidera copiare un originale, oltre a problemi di in/out gamut ecc..)

esiste una soluzione per la metameria? si e no .. dovremmo sempre analizzare i campioni in un ambiente controllato (camera luce), ma non è detto che questa preveda le condizioni di visione nel  contesto reale dell’ufficio; però l’analisi della metameria di Colibrì è in grado di calcolarne gli effetti già in fase di pre-produzione.. e non è poco.

Acquisizione del Marmo

Il campione ha una peculiarità: è speculare, cioè  possiede uno strato superficiale lucido; questo  altera, per la geometria di acquisizione dello spettrofotometro, la riflettanza acquisita, nel senso che lo spettrofotometro, per le caratteristiche ottiche della misura, vede cose diverse da quelle che un operatore percepisce da distanze e angoli visuali differenti; in altre parole, non sono state conservate le condizioni di misura previste per l’uso dello strumento.

Non ci dilunghiamo a descriverne le ragioni, ampiamente analizzate in bibliografia; ci limitiamo a fornire questo link, che contiene un documento di facile lettura edito della Minolta (leggere la parte terza)

Il campione, come atteso a causa della lucentezza,  presenta desaturazione rispetto all’originale.  inoltre, come il precedente è non metamerico, come si può osservare nella figura riportata a fianco.

 

Per valutare la qualità dell’immagine acquisita possiamo utilizzare anche lo strumento di analisi spettrale:

Osserviamo che il gamut immagine è compreso fra hue 0 e 90, poco saturo, e con forme spettrali tipiche dei colori marroni, a diverse concentrazioni. Ciò è intuibile anche dalla forma dello spettro medio dell’immagine, tipicamente quello di un marrone chiaro (per visualizzarlo basta attivare solo questa opzione nella finestra).

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