Posso usare lo scanner iperspettrale come una fotocopiatrice?
Cominciamo con una riflessione; una fotocopiatrice è composta sostanzialmente di tre parti: un sistema di acquisizione (RGB) un software di profilazione e stampa, infine una stampante a colori;
Uno scanner iperspettrale è uno strumento di misura che fornisce, per ciascun punto dell’immagine, lo spettro di riflettanza; già queste due enunciazioni richiederebbero molti più chiarimenti sulle diverse tecnologie.. ci limitiamo ad osservare che lo scanner spettrale, a differenza della fotocopiatrice, non contiene un sistema di stampa, ma fornisce solo di misura fisica del colore (il termine colore è qui usato piuttosto impropriamente, perché consiste nella sensazione indotta nel cervello dalle caratteristiche del materiale misurato.. non la misura stessa!).
In quali condizioni misura uno scanner spettrale? La misura dello spettro di riflettanza su ciascun punto dell’immagine, è legata alle condizioni di misura (tipo di materiale, distanza focale, risoluzione acquisizione).
Quindi è una misura obiettiva delle caratteristiche ottiche di un materiale, indipendente dalla sensazione colore percepita da un osservatore, ma dipendente dalle condizioni d’uso assegnate allo strumento (provate a cambiare la distanza fra obiettivo e campione da acquisire ed osservate la differenza..).
Abbiamo visto negli articoli precedenti che le coordinate colorimetriche (diciamo approssimativamente la sensazione colore..) sono calcolate a partire dallo spettro di riflettanza, considerando lo spettro di potenza di un illuminante (o di una sorgente, ma per ora non consideriamone la differenza..) e un osservatore standard (normalmente CIE1931).
Una volta calcolate dall’acquisizione spettrale le coordinate colore di ciascun punto dell’immagine, per riprodurre la stessa dovremo usare una stampante, un insieme di coloranti ed un profilo calcolato da un campionamento (le pagine o tabelle di profilazione).
La stessa immagine può essere riprodotta uguale da due processi differenti?
Il video mostra un’immagine (pietra_grigia.ref) acquisita da scanner iperspettrale mappata su due profili ottenuti da due serie di coloranti:
Le profilazioni sono simulate utilizzando l’intento colorimetrico assoluto; se avessimo usato il relativo o il percettivo, il risultato sarebbe stato diverso (in un successivo articolo lo mostreremo).
L’immagine usata in questo articolo è composta da colori a bassa saturazione, prossimi all’asse dei grigi; ma bassa saturazione non significa che si tratta di colori acromatici.. Abbiamo scelto questa l’immagine per il test, perché ci permette di discutere la profilazione nelle zone prossime ai gamut, in particolare nell’intorno dell’asse dei grigi (che non interseca nessuno dei due).
Non abbiamo potuto, controllare la coerenza del risultato simulato con una produzione effettiva, poiché non siamo in possesso di immagini effettivamente stampate con questi due gamut ( in realtà abbiamo alcune immagini, ma non siamo certi della coerenza di tutti i passaggi, quindi questo aspetto sarà analizzato in un prossimo articolo).
Di seguito analizzeremo il caso particolare della riproduzione del bianco dell’immagine acquisita e di un colore, estratto da un’area, prossimo all’asse dei grigi. più oltre analizzeremo il comportamento dei profili in funzione del tipo di coloranti in uso.